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lunedì, aprile 5

 

Carmelo Pintabona: "Abbiamo gli stessi dirigenti da cinquanta anni e continuano a candidarsi"

BUENOS AIRES.- Dichiarazioni del presidente della FESISUR e vicepresidente della Camera di Commercio Siciliana dell'Argentina, Carmelo Pintabona, nel programma "Italia Eterna" della domenica 4 aprile condotto da José Conde, con motivo del saluto di Pasqua e la sua visione dell'attualità della collettività italiana di Argentina.

Carmelo Pintabona - Voglio desiderare una buona Pasqua in famiglia per tutta la comunità italiana e argentina e che questa sia una giornata di pace e serenità per tutti.
José Conde - Credo di sì, anche un tempo di riflessione. Una riflessione di unità, di smettere un po' con tante agressioni che purtroppo ascoltiamo in giro.
CP - Questo lo vedo un po' difficile. Non è che sia pessimista, ma è che da tempo ogni Pasqua chiediamo sempre lo stesso.
JC - E' un'utopia, ma almeno ci consola...
CP - Credo che la speranza è l'ultima cosa che si perde, ma se abbiamo gli stessi dirigenti da cinquant'anni, anche se loro dicano che sono scelti dai soci e vediamo che continuano a candidarsi, perché io posso dire "fin qui sono arrivato, me ne vado e continuo ad essere la persona di riferimento e lascio la carica ad un altro" ma vediamo che questo non accade, cioè sono sempre gli stessi e poi parlano stupidaggini per radio perché non sanno come nascondere le cose e questa situazione ci stanca. Ma questo è un altro momento, ciò che ho chiesto l'altra volta e in questo giorno chiedo ancora è che facciamo un incontro in cui possiamo discutere tutti i dirigenti, come farà il console Giancarlo Curcio il prossimo 20 aprile dove ha invitato a tutte le associazioni per vedere se possiamo avere un rilancio, credo che è molto importante il lavoro del dottore Curcio, non c'è bisogno che io lo dica perché lo ha detto già tutto il mondo, e che a partire da quel sogno, uno dei sogni che lui aveva da quando è arrivato in Argentina di riuscire ad unificare la collettività italiana prima di andarsene almeno che abbia uno schizzo di inizio che possiamo fare una collettività veramente unita.
Sono contento per i calabresi [in riferimento al risultato delle ultime elezioni regionali] e spero che i calabresi approfittino questa opportunità, cioè è un po' quello che è successo a noi siciliani in passato riguardo le discussioni, con le consultazioni, credo che quello importante non è il consultore ma che le idee che risultano dall'Argentina e da tutte le parti dal mondo siano ricevute e messe in pratica da parte delle autorità. Voglio dire che queste nuove autorità della Calabria spero non dimentichino le promesse né le conoscenze che hanno ottenuto quando sono state in Argentina. So che l'Italia si trova in una situazione difficile ma con molto poco si possono fare molte cose e credo che per i calabresi può essere un punto di partenza molto importante. Sì permettetemi come siciliano, che siamo stati anche molto tempo dispersi e continuiamo in parte ad esserci, dirvi che non discutano, non litighino, cioè, che discutano le idee per beneficio di tutti e non per beneficio individuale, abbiamo già visto che in cinquanta anni che con benefici individuali non siamo arrivati a nessuna parte, ci hanno portato invece ad avere una comunità dispersa e credo che, ripeto, per la gente giovane della Calabria, per tutto il mondo, per le associazioni, spero che siano intelligenti ed evidentemente lo sono perché sono arrivati ad occupare alte cariche come imprenditori, come dirigenti, sono arrivati ad avere un ruolo importante nella vita pubblica argentina, che approfittino questa opportunità e che ci aiuterà a tutti perché se Calabria funziona, funziona anche la Sicilia, la Liguria... per questo credo che potremo fare una comunità molto più importante e molto più forte.
JC - Sono d'accordo con te nel senso di dire che a volte l'Italia è in una situazione non così buona ma con un po' di creatività, mettendo qualcosa semplice come la creatività si possono fare molte cose e dimostrare all'Italia che qui non soltanto ci si sta per chiedere ma anche c'è molto per offrire.
CP - Ecco se tu ti ricordi quando c'è stata la campagna elettorale [per scegliere i senatori e deputati italiani all'estero] io dicevo che se l'Italia ha venti regioni, con il contributo di un milione di euro ognuna si può creare una banca di microcrediti di venti milioni di euro, cioè che è impressionante le cose che si possono fare con venti milioni di euro destinati ai microcrediti. Mille di aziende si potrebbero creare, micro imprendimenti per famiglie che possano avere un lavoro, per i giovani che possano iniziare un'attività. Un milione di euro nonostante la crisi che possa attraversare l'Italia o qualsiasi regione sono spicciole, si spendono in carta che finisce nel cestino. Questa è la realtà.
JC - Sì, questo è vero...
CP - Credo che è così e bene, i nostri dirigenti in Italia non hanno capito niente di tutto questo.
JC - Certo, inoltre lavorare per la collettività in cui sono stati scelti e non farsi presenti nei posti di lavoro per affari personali.
CP - Non ne discuto se lo vogliono fare, mi pare perfetto, ognuno ha le sue cose, ciò che accade è che non devono dimenticare che sono stati scelti per lavorare per la comunità. Non si possono chiudere gli occhi perché le cose esistono e non si può ignorare la realtà ma allo stesso tempo che fanno i suoi affari che facciano le cose per la collettività. Qui si fanno affari personali, la maggioranza si occupa dei suoi affari e dimentica la collettività. Va bene. Ma noi continueremo a lavorare come fin qui abbiamo lavorato.

Nota en español en el sitio web www.fesisur.com.ar

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