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martedì, maggio 17

 

Il Maradona che non fu

Si parla in questi giorni dell'arrivo del nuovo "dio", del successore, di quel che dopo tanti anni potrebbe portare ancora il calcio argentino sulla vetta del mondo. Ed è toccato a lui, a Lionel Messi, un ragazzo nato nella città di Rosario in provincia di Santa Fe un 24 giugno del 1987; uscito dalle giovanili del Newell’s Old Boys direttamente al Barcellona.
Il paragone con Maradona, naturalmente, non è mancato. Oggi si parla in Argentina di chi dei due sarà il migliore, chi vincerà più scudetti, chi avrà guadagnato più soldi, ecc.
A questo punto mi metto anch'io nella discussione, e penso a Lio e a Diego, ma nei primi anni della loro carriera. Messi, il piccolo grande, di sicuro passerà il suo maestro: è giovane, tiene con cura la sua immagine-prodotto, è in una squadra con calcatori stelle, e chissà se qualche giorno porterà la coppa del mondo a Buenos Aires come fece Diego nel 1986.

Però non è sul futuro di Messi sul quale voglio puntare. E' sul suo recente passato.
Si parla di chi la storia consacrerà come il migliore, ma non si parla di un fatto molto importante per la cultura del calcio argentino. Sì, il mondo ammira Messi, ormai è un grande, si attende da lui la prossima partita, le prossime magie, i gol che si ripeteranno una volta dopo l’altra, si fanno scommesse. Invece, c'è un intero Paese che non l'ha quasi visto da vicino in un campo di calcio. E questo Paese è l'Argentina. Sì, per i suoi connazionali, “la pulga” (la pulce) è un genio, ma un genio che è visto finora soltanto sullo schermo, nelle riviste sportive, nei giornali o nel computer; un genio sul quale non hanno nessun ricordo. Nessuno qui a Buenos Aires (o nella sua Rosario natale) l'ha visto giocare nelle principali squadre di serie A.
E allora penso a Maradona e mi ricordo di quel ragazzo del quartiere Villa Fiorito, di quelle domeniche tutti attaccati alla radio per ascoltare le partite dell'Argentinos Juniors (la sua prima squadra), del suo fidanzamento con Claudia, del papà Diego e la mamma Tota, dei fratelli Lalo e Hugo, delle gloriose partite poi con il Boca Juniors con il quale vinse lo scudetto del 1981....
Il calcio business ha fatto che Lionel Messi salti una parte importante nella sua carriera. Il cucciolo è stato staccato troppo presto dalla mamma.
Ma Lio è ancora giovane e l’opportunità di saldare il debito con il pubblico argentino ce l’ha. Forse nella prossima Coppa America. Oppure, come tanti vorrebbero, nei mondiali del Brasile 2014.

Ulises Rossi

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